Eccomi qui di nuovo… Per la seconda volta!
Nel 2022 ho avuto l’opportunità di andare due volte in Benin nella missione di Cotiakou.
La mia prima esperienza a Pasqua è stata bellissima: ho visto l’impegno nella vita missionaria di don Nazareno e don Amedeo nella missione, la vita nei villaggi, le celebrazioni, la fede sincera e piena di entusiasmo delle persone.
Sono ritornato a Natale soprattutto per le persone che a Pasqua mi avevano donato una felicità immensa e che, con i loro sorrisi pieni di gioia, mi avevano riempito il cuore.
Rivedere le persone con cui ho stretto un’amicizia mi ha reso ancora più felice perché ho potuto rivivere con loro momenti di spensieratezza e di gioia condividendo i sorrisi, la preghiera e le danze.
Ho capito che c’è qualcosa nel loro vivere il momento che ormai qui da noi si è perso: nel nostro andare avanti nel progresso abbiamo perso un po’ di umanità. Ho riflettuto molto sul mal d’Africa che ho sentito dopo che sono ritornato in Italia: essere stato lì mi è sembrato come un ritorno alle origini, a quello che sono realmente, perché lì veramente non c’è niente… Ci sono solo le persone. Noi in Italia quando stiamo con gli altri ci diciamo: che dobbiamo fare? dove dobbiamo andare? Che dobbiamo comprare? cosa dobbiamo mangiare? Prima le cose e poi le persone invece in Africa le cose non ci sono, ci sono solo le persone. Per cui sia che parli francese o inglese o solamente con i gesti, come facciamo noi italiani, si riesce a creare un legame immediato. Ecco perché dico che stare insieme a loro ha lasciato in me una grande felicità.
Trascorrere ancora del tempo con loro mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante non dare per scontato quello che si ha.
L’ultima cosa sulla quale vorrei lasciare una mia riflessione è la parola missionario. Solo adesso ho capito realmente cosa significa fare il missionario: si diventa missionari non solo quando si parte ma soprattutto quando si ritorna. Essere missionari è raccontare quello che si è vissuto, quello che si è visto e non tenerselo per sé stessi.
Ringrazio don Nazareno per le giornate passate insieme e per la sua disponibilità. Ringrazio a Lucien, Christiane e i loro figli per l’affetto e l’amore di cui ci hanno circondato.
Claudio De Togni Gjoni
Ciao, mi chiamo Mariano, ho 17 anni e frequento l’Epicentro Giovanile da quasi 3 anni.
A Natale 2022 ho avuto l’opportunità di effettuare il mio primo viaggio in Africa, nella missione cattolica di Cotiakou. Sono partito, non nego, con molte paure ed ansie poiché non sapevo cosa appettarmi. Ero convinto di arrivare lì e trovare “l’Africa vista in TV” ma, una volta arrivato ho capito che realmente dietro a tutti i servizi televisivi e alle pubblicità viste e riviste c’è un mondo vasto e non per tutti.
Prima di partire pensavo che mi sarebbe mancato passare questo Natale con i miei amici, nelle salette, come ho sempre fatto ma una volta tornato mi sono reso conto di quanto il nostro modo di festeggiare sia così superfluo da diventare quasi “scontato” poiché questa esperienza mi ha lasciato molto di più rispetto ad un mio “Natale tipo”.
Ho sempre dato molte cose per scontate, come arrivare a casa e trovare sempre il piatto pronto e caldo sulla tavola apparecchiata, la presenza dei miei genitori e di tante altre persone in ogni occasione e tanti altri piccoli gesti che lì hanno acquisito valore per me, perché ho imparato quanto possa essere importante fermarsi a volte e pensare ed apprezzare tutto ciò che abbiamo nella nostra vita, ma che molte volte non vogliamo vedere. Apprezzare ciò che si ha non equivale ad accontentarsi ma ad essere consapevoli della fortuna che nel nostro piccolo ognuno di noi possiede… Basti pensare quanto anche un semplice sorriso lì a quella gente potesse essere in grado di migliorare la giornata.
Mi porto tante cose da questo viaggio, cose che sicuramente hanno influenzato il mio modo di pensare, e mi sono ripromesso di provare a dare un valore a tutto ciò che mi accade o che possiedo… Spero di aver restituito almeno una parte di tutto quello che loro mi hanno donato e mi auguro vivamente che chiunque avrà la possibilità di fare la mia stessa esperienza la colga al volo. Abbiamo una concezione del mondo molto ridotta e superficiale, apriamo le nostre menti e iniziamo a prendere atto di tutto ciò che accade a noi come comunità.. solo così riusciremo a capire a fondo il senso della Missione.
Mariano Maratea